Elena Borboni lavora da molti anni, dando segnali persino di fondazione di una scuola bresciana.
Esperta conoscitrice di materiali, vivace creativa, raffinata esecutrice di dipinti e sculture che si ricreano in una loro circuitazione spaziale, di sfrangiamento del colore, che nel materiale che lo contiene, si irradia in una gamma tonale di informalità. Un lavoro che nasce da un intimo bisogno, esprime un racconto che trova l’uomo in sintonia con la madre terra, in un gioco naturale di crescita e scoperta di se stesso.
Un mondo di grande immaginazione, quello rappresentato, in cui bellezza e spiritualità, ma anche vivace autonomia espressiva, trovano eccelsa fusione. Il dato forte della sensibilità si avverte nell’uso sapiente del colore, che tra armonia e sintetismi, svela maestria e sicurezza di mezzi. L’artista rappresenta soggetti legati al mondo della natura. Un mondo inesauribile di fantasie, ove essa affida una sorta di fiaba moderna con garbatissime eleganze e raffinatezze. Un’accesa fantasia sorretta da un grande mestiere.
Pittura che ha un senso finito di postmodernità, di registro mentale che, nel gioco informale della materia, accoglie anche il colore sfrangiato di un’iride ancora sottilmente viva. Una luce che le attraversa come in una ricostruzione futurista dell’universo. E spiritualità, bellezza, poesia e raffinata tecnica, ogni opera racconta la sua storia, s’inclina di originalità, la vita corre in un’altra vita.
In questo senso “Viaggio al centro della vita”, come analisi di ritorno alle origini, alla scelta di soggetti che hanno “un’arcana visione” dello spazio cellulare, archetipale, geodinamico.

Carlo Franza
(Sunto della Presentazione in catalogo in occasione della mostra personale di Elena Borboni, presso la Galleria S. Tomaso, Milano – dal 15 al 29 Novembre 1996)